Energia marina, cos’è e come produrre energia rinnovabile dal mare

Che la si chiami energia marina o oceanica, si tratta sempre di una risorsa rinnovabile proveniente da mari e oceani e, quindi, potenzialmente inesauribile. Ma perché non viene sfruttata appieno? Ecco quello che c’è da sapere su una delle risorse rinnovabili

Di Arianna De Felice

Dizionario della Sostenibilità - Pubblicato il 02-04-2023

Il futuro per un pianeta più sostenibile sono le energie rinnovabili. Si tratta di risorse naturali inesauribili che creano energia pulita e a disposizione di tutti grazie alla loro capacità di rigenerarsi nel tempo. Diverse sono le fonti di energia rinnovabile. Tra queste si colloca anche l’energia marina, nota anche come energia oceanica o pelagica, che si crea, appunto, dalle onde, e non solo, di mari e di oceani.

Energia marina: cos'è?

Per energia marina si intende una risorsa rinnovabile che genera energia elettrica a partire dalle onde, dalle correnti e dalle maree di mari e oceani. In un certo senso si trova a metà tra l'energia eolica e l'energia idroelettrica ma, a differenza di queste due, l'energia marina si basa sullo sfruttamento di un fenomeno periodico e prevedibile e che, quindi, permette di avere una stima precisa del quantitativo di energia che verrà prodotta.

Il primo brevetto per sfruttare l'energia marina è stato depositato in Francia dalla famiglia Girard nel 1799. Da allora in molti stanno cercando di capire come utilizzare le correnti per produrre energia pulita anche se, ancora oggi, non si riesce a sfruttarla appieno. Secondo alcune fonti se si riuscisse a sfruttare al 100% la forza che si genera dalle maree, si potrebbe arrivare a coprire tutti i consumi energetici previsti dall’International Energy Agency (IEA) entro il 2035.

Le tipologie di energia oceanica

A seconda della sua origine, l'energia marina può essere di diversi tipi. C'è quella che viene generata dalle correnti marine e che permette la creazione di energia meccanica che può, ad esempio, muovere le pale eoliche. C'è poi l'energia che sfrutta le maree, soprattutto in presenza di centrali mareomotrici. Per ricavarla sono necessari degli impianti mareomotrici che riescono a sfruttare il movimento generato dallo spostamento dell'acqua. 

Non poteva poi mancare l'energia che sfrutta il sale marino e che, basandosi solo sull'osmosi tra le membrane che dividono l'acqua dolce da quella salata, non inquina minimamente. In questo caso, si viene a generare dell'energia chimica a gradiente salino. 

Infine, tra le meno utilizzate a causa degli elevati costi per l'installazione degli impianti, vi è l'energia oceanica talassotermica che sfrutta le diverse temperature presenti tra la superficie del mare e le profondità.

Vantaggi e svantaggi

Neanche a dirlo, al primo posto tra i vantaggi dell'energia marina vi è che è rinnovabile e quindi ha un impatto minimo sull'ambiente. Inoltre è una fonte inesauribile di energia se ben sfruttata dato che il movimento del mare è costante.

Tra gli svantaggi, invece, al primo posto troviamo la difficoltà a trovare gli spazi e le zone adatte per collocare gli impianti utili all'estrazione dell'energia. Essi, infatti, necessitano di ampie aree e, non da ultimo, richiedono costi elevati. Va sottolineato poi che le centrali sono un problema per gli habitat marini e, per questo, si sta cercando di puntare sulla costruzione di lagune artificiali o sugli idrogeneratori che, oltre a essere un disturbo minore per flora e fauna marina, sono anche più economici.

Infine è bene ricordare che l'energia marina non è per tutti. A beneficiarne, infatti, saranno principalmente le città con sbocchi sul mare mentre quelle che ne sono prive dovranno utilizzare energie rinnovabili alternative. Insomma, di strada ce n’è ancora molta da fare ma le potenzialità sono enormi.

Energia marina in Italia e nel mondo

In Italia uno degli impianti più importanti si trova presso lo stretto di Messina dove sono sempre presenti correnti molto veloci. Non è però l'unico impianto italiano. Un altro si trova, per esempio, in Toscana a Punta Righini.

Per quanto riguarda il resto del mondo, invece, uno dei siti più grandi per lo sfruttamento di energia marina è un impianto da 254 MW che si trova a Sihwa Lake, in Corea del Sud. Per quanto riguarda le centrali per l'energia mareomotrice, invece, va segnalata quella costruita nel 1966 a Saint-Malo in Francia. Essendo in grado di sfruttare una marea particolarmente ampia la centrale riesce, ogni anno, a coprire il 3% del fabbisogno elettrico della Bretagna Francese.

In generale, negli ultimi anni, i Paesi che stanno investendo sempre più in questa risorsa rinnovabile sono Stati Uniti, Canada e Australia mentre, per quanto riguarda l'Europa, ci sono Regno Unito, Scozia, Irlanda, Francia, Portogallo e Spagna.

Parlando di numeri, guardando il bilancio del 2021 dell'Ocean energy europe (Oee), dal 2010 si contano circa 65 megawatt di energia marina globale di cui 39,6 megawatt sfruttano le correnti marine e 24,7 utilizzano il moto ondoso. 

Guardando nello specifico all'Europa nel 2021 sono stati installati 2,2 megawatt di tecnologie impiegate nelle correnti marine e 0,68 megawatt nel moto ondoso: quasi dieci volte in più rispetto al 2020. Questi dati sono ovviamente merito della fine della pandemia che nel 2020 aveva bloccato i progetti ma l'Oee sottolinea che un'altra crescita del settore è prevista intorno al 2025.




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