Riciclare, il primo pilastro dell’economia circolare alla base della transizione ecologica

Cosa significa riciclare, cosa si può riciclare, i vantaggi del riciclo. Italia in prima fila in Europa nel riciclo di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali. Ma non solo. Quello che c’è da sapere su una delle 4 R dell’economia circolare

Di Arianna De Felice

Dizionario della Sostenibilità - Pubblicato il 13-03-2023

Riciclo, insieme a riduzione, riutilizzo e recupero, costituiscono i quattro pilastri (o le “4 R”) dell'economia circolare. Tramite una di queste modalità di gestione dei rifiuti, il ciclo di vita del prodotto si trasforma da lineare (con un inizio e una fine) a circolare appunto, ripartendo proprio dal rifiuto.

Il riciclo viene definito come il riutilizzo materiali di scarto o di rifiuto di precedenti processi produttivi. In poche parole, si tratta di dare una seconda vita ad alcuni materiali di scarto recuperandoli grazie a una giusta raccolta differenziata.

Differenza tra riciclo e riuso

Negli ultimi anni il termine riciclo è diventato sempre più parte del nostro quotidiano e spesso si è creato del malinteso su quale fosse davvero il suo significato confondendolo anche un altro termine chiave dell'economia circolare: il riuso.

Se il riciclo, come abbiamo visto, permette il riutilizzo dei materiali per una seconda vita dopo che sono stati smaltiti tra i rifiuti, il riuso, invece, permette di riutilizzare qualcosa prima ancora che il suo primo ciclo di vita finisca. La differenza principale tra i due termini, dunque, non sta tanto nel loro scopo finale che resta il medesimo ma, quanto più, nelle tempistiche con le quali si arriva ad esso oltre che nelle modalità e nel diverso impatto ambientale. 

Una volta chiarita la differenza tra riciclare e riusare, torniamo al riciclo per cercare di capire quali sono i materiali che si possono, e non, riciclare, i vantaggi e a che punto siamo in Italia grazie ad alcuni recenti rapporti.

Cosa si può riciclare?

Nel corso degli anni, grazie all'innovazione, i materiali riciclabili sono cambiati e aumentati. Dato che sono ormai numerosi i rifiuti riciclabili, è bene avere sempre un piccolo vademecum su quali sono i materiali che si possono riciclare e quelli che, invece, non possono avere una seconda vita.

Partendo dai primi, ecco qui una breve lista dei principali.

Carta e cartone. Tutto ciò che riguarda carta e cartone si può riciclare a meno che non abbia inserti di alluminio o non sia unto. Ne fanno parte, per esempio, le scatole dei cereali e delle merendine, le riviste, le scatole cartonate dei telefoni, le lettere, i giornali e anche i documenti degli uffici.

Metalli. Anche i metalli si possono riciclare come le scatole di latta, alluminio, acciaio, i resti di ferramenta e molto altro.

Vetro. Anche il vetro, dalle bottiglie di vino e birra ai vasetti di alimenti, possono essere raccolti in un sacco apposito dopo essere stati preventivamente sciacquati.

Organico. I resti di cibo avanzato o andato a male vanno inseriti in un sacchetto apposito biodegradabile per poter essere correttamente smaltiti e diventare delle materie prime riutilizzabili.

Oli e batterie. Anche l'olio, da quello da cucina fino a quello a motore può essere riciclato in appositi contenitori sparsi per le città. Lo stesso accade con le batterie.

Vestiti. Riciclare vestiti permette di combattere il fenomeno del fast fashion e, allo stesso tempo, contribuire a diminuire le enormi quantità di gas serra che vengono emessi dall'industria tessile. Molti sono i brand che organizzano raccolte per il riciclo dei loro (o degli altri) stessi brand. In alternativa esistono contenitori dei vestiti o se, il capo è in buone condizioni, la vendita nel mercato dell'usato.

Plastica. Infine, non si può certo non menzionare il riciclo della plastica. Tra le materie più diffuse, infatti, si trova il PET ovvero il polietilene tereftalato, una resina termoplastica pensata appositamente per il contatto alimentare. Questo materiale è al 100% riciclabile e può essere trasformato in un nuovo materiale e dare vita a nuovi oggetti. Una volta riciclato il PET prende il nome di R-PET ovvero PET riciclato.

Tra i rifiuti non riciclabili, invece, e che quindi vanno buttati nell'indifferenziato o smaltiti nel modo corretto, si trovano per esempio: pannolini e assorbenti, mozziconi di sigaretta, CD, DVD, videocassette VHS, musicassette, penne, pennarelli, stracci e spugne, calze in nylon, scontrini fiscali, carta fotografica, rasoi, accendini, cocci di piatti in ceramica, cosmetici, spazzolini, occhiali, sacchi dell'aspirapolvere, carte oleate e cartoni della pizza, grucce, specchi, lampadine, neon e molto altro.

I vantaggi del riciclo

Visti gli sforzi necessari per riuscire a riciclare correttamente, viene naturale chiedersi ma perché si deve riciclare? La risposta è semplice. Per un mondo più sostenibile. Grazie al riciclaggio e alla capacità di riutilizzare le materie per dare vita a nuovi prodotti, infatti, si ha un notevole risparmio energetico e, di conseguenza, una diminuzione del gas serra che viene disperso nell'aria contribuendo al riscaldamento globale.

Oltre che per l'aria che respiriamo, fare una corretta raccolta differenziata dedicandosi a riciclare le bottiglie di plastica e, più in generale, qualsiasi rifiuto, permette di salvaguardare il pianeta nella sua interezza, a partire dall'altissimo numero di materiali di scarto che ogni giorno vengono trovati nei mari.

Un altro vantaggio è quello economico, ovvero avere un costo più basso in quanto si tratta di oggetti realizzati con materiali di riciclo e non materie prime.

Non bisogna poi dimenticare l'enorme quantità di posti di lavoro che il riciclo ha creato sia a livello di operatori sul territorio sia ad un livello professionale più alto come i green job che attraverso la tecnologia intendono contribuire alla sostenibilità ambientale.

I numeri del riciclo in Italia 

Secondo l'ultimo “Rapporto Rifiuti Urbani” pubblicato da Ispra con dati aggiornati all'anno 2021, i numeri del riciclo in Italia si attestano al 48,1%, non distanti, dunque, dall'obiettivo del 55% entro il 2025, del 60% nel 2030 e del 65% nel 2035. L'organico è il rifiuto il più raccolto in Italia ed equivale al 39% seguito da carta e cartone che rappresentano il 19,1%, il vetro con il 11,9% e la plastica che rappresenta l’8,8% del totale raccolto.

Più generosi i numeri del rapporto “Il Riciclo in Italia nel 2022” realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il settore del riciclo ha avuto una crescita del 13,3% dal 2014 al 2020. Nel 2020, inoltre, l'Italia ha conquistato un primato europeo grazie al riciclo del 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali contro una media Ue del 53%.

Andando a vedere le singole categorie, l'Italia si differenzia superando l'Europa sia per gli imballaggi di carta e cartone (85,1% contro una media dell'82%), della plastica (55,6%) e del vetro (77% contro il 76%). Infine, l'Italia conquista anche una medaglia d'oro a livello non più solo europeo ma globale per quanto riguarda il riciclo del legno e, in particolare, nella produzione di pannelli truciolari.




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