Riusare, uno dei pilastri dell’economia circolare alla base della transizione ecologica

Cosa significa riusare e le differenze con il riciclo. Riuso creativo e second hand economy. Quello che c’è da sapere su una delle 4 R dell’economia circolare

Di Arianna De Felice

Dizionario della Sostenibilità - Pubblicato il 16-03-2023

Il riuso fa parte dell'economia circolare ed è una delle quattro R insieme a riciclare, ridurre e recuperare. Per riuso si intende il "riusare come nuova o ulteriore utilizzazione" un oggetto o un materiale che ha terminato il suo ciclo di vita, prima ancora che questo diventi un rifiuto. A volte, al posto di riusare viene utilizzato il suo sinonimo riutilizzare.

Differenza tra riusare e riciclare

Il significato di riusare, in realtà, è in stretta connessione con quello di riciclare. I due termini, infatti, spesso vengono confusi tra loro perché hanno il medesimo scopo finale: dare una seconda vita a un oggetto. La modalità e i tempi col quale avviene questo, però, sono diversi. Con il riciclo, infatti, attraverso la raccolta differenziata dei rifiuti, il prodotto assume nuove forme diventando una materia prima per nuovi oggetti. Il riuso, invece, è un modo per estendere il ciclo di vita dell'oggetto stesso. Tanti possono essere gli esempi del riuso, ma il più semplice è il concetto di second hand nel campo della moda, oggi sempre più diffuso in tutto il mondo e, soprattutto, in Italia come vedremo più avanti.

I vantaggi del riusare

Proprio come per il riciclo, anche scegliere di riusare qualcosa ha numerosi vantaggi per noi e, soprattutto, per il pianeta.

Il primo vantaggio riguarda il risparmio delle materie prime che vengono riciclate evitandone così il consumo di nuove e, di conseguenza, diminuendo l'inquinamento. A questo, va di pari passo la riduzione del livello di rifiuti che migliora le città e, allo stesso tempo, permette di investire meno risorse nello smaltimento spostandole così su altri settori.

Infine, il riuso va di pari passo con la solidarietà. Non è un caso, infatti, se negli anni sono nati numerosi centri per il riuso, ovvero degli spazi attrezzati dove tutti possono portare quello che non serve più e che può, invece, tornare utile ad altri allungando la vita dell’oggetto a vantaggio sia dell’uomo che dell’ambiente.

Cos’è il riuso creativo

Spesso si sente parlare anche di riciclo creativo ma è bene chiarire che sarebbe più corretto chiamarlo riuso creativo. In questo caso il significato diventa molto più ampio e stimola la fantasia per arrivare a dare una nuova vita a degli oggetti che non sono ancora diventati dei rifiuti.

In questo caso, infatti, si fa riferimento a un riutilizzo in modo differente rispetto allo scopo per i quali sono nati gli oggetti. Basti pensare alle capsule del caffè che diventano dei gioielli o ancora i barattoli di metallo o di vetro che vengono riusati in mille modi, appunto, creativi. Tra i tanti esempi di riuso c'è anche il riuso delle bottiglie di plastica che possono diventare dei portaoggetti se ricoperte con delle vecchie federe o più semplicemente per innaffiare le piante.

Il mercato della second hand economy in Italia

In Italia, la filiera del riuso si può distingue in due categorie principali: generalista come i rigattieri, svuota cantine e altri, e specializzate, ad esempio, in merci pregiate o indumenti. Senza dubbio il mercato della second hand legato ai vestiti ma non solo è uno dei settori più in rapida crescita nel nostro paese tanto da avere anche un nome proprio: second hand economy. Questo settore nel 2020, secondo l'indagine svolta da Doxa per Subito, è arrivato a raggiungere un valore di circa 23 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL italiano. Di questi, circa il 46% delle vendite, pari a 10,8 miliardi, sono avvenute tramite canali online.

In generale, l'usato mantiene il terzo posto tra i comportamenti sostenibili preferiti dagli italiani (52%), dietro alla raccolta differenziata (94%) e all’acquisto di lampadine a LED (71%).

Tra coloro che vendono l’usato il 39% lo fa perché crede nel riuso mentre, tra coloro che acquistano, lo fa perché vuole contribuire attivamente alla diminuzione degli sprechi e alla lotta per un mondo più sostenibile (47%).

Per l’82% degli intervistati la second hand economy è destinata a crescere ancora nei prossimi cinque anni sia per motivazioni economiche (44%) ma anche perché sarà sempre più una scelta consapevole e green (49%). Tra le regioni italiane dove l'economia dell'usato genera più valore vi sono: Lazio con 3,4 miliardi di euro, Lombardia con 3,3 miliardi di euro e Campania con 2,4 miliardi di euro.




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