Buone pratiche per rendere la supply chain sostenibile

La logistica inversa come chiave per una supply chain sostenibile, ma non solo. Quattro consigli

Di Arianna De Felice

Buone Pratiche - Pubblicato il 06-06-2024

Le catene di approvvigionamento, da sempre invisibili fili che tessono il tessuto del commercio globale, stanno subendo una trasformazione radicale per rispondere a una nuova sfida: quella della sostenibilità. Aziende di ogni settore stanno rivedendo le proprie strategie e pratiche operative per ridurre l'impatto ambientale e sociale, in un'era in cui i consumatori sono sempre più attenti all'origine e al percorso dei prodotti che acquistano. Questa transizione verso una supply chain sostenibile non solo promette di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma rappresenta anche una straordinaria opportunità per innovare e creare valore a lungo termine. Quali sono dunque i passi concreti che le imprese possono intraprendere per realizzare supply chain sostenibili? A seguire quattro buone pratiche. Ma prima vediamo insieme alcuni dati.

Dati sulla catena di fornitura sostenibile

Secondo il quarto rapporto “State of Supply Chain Sustainability 2023” condotto dal MIT Center for Transportation & Logistics e dal Council of Supply Chain Management Professionals gli sforzi delle aziende che operano in quest'ambito si stanno riducendo.

Nello specifico, solo il 35% degli intervistati, infatti, afferma che la propria impresa si è posta un obiettivo Net-Zero. Inoltre, tra coloro che ce l'hanno, pochi pensano di riuscire realmente a rispettarlo. L'indagine ha cercato di realizzare un quadro geografico della situazione e, non sorprende, notare che il contrasto tra i Paesi più ricchi e quelli più poveri è ancora una volta marcato. Al primo posto si trovano infatti Europa e Stati Uniti con rispettivamente il 53% e il 44% delle aziende che adottano obiettivi di zero emissioni. Dalla parte opposta della classifica, invece, si trovano l'Asia con un tasso di adozione che non supera il 36% e l'America Latina ferma al 22%.

Infine, l'analisi ha anche cercato di capire quali sono le cause che spingono la crescita o la sua opposta decrescita degli sforzi delle imprese per dare vita a una catena di fornitura più sostenibile. Ne è emerso che la crisi economica è la principale motivazione del calo dell'impegno delle aziende. Al contrario crisi come la pandemia o la guerra tra Russia e Ucraina, hanno portato a un incremento degli sforzi del 79% e 61%.

Buone pratiche per una supply chain sostenibile

“Oggi più che mai, costruire una supply chain in grado di definirsi 'sostenibile' è, indubbiamente, una sfida, ma rappresenta anche una scelta etica e una strategia intelligente per il successo a lungo termine delle aziende in un contesto globale in rapida evoluzione. Oltre a ridurre l’impatto ambientale, una supply chain sostenibile permette di aiutare le aziende a conformarsi alle normative, a ridurre i costi a lungo termine e a migliorare le relazioni con gli stakeholder, investitori, i dipendenti, i clienti, sempre più attenti alle pratiche che rispettano l’ambiente” afferma Matteo Sgatti, CSO di REMIRA Italia, azienda che ha stilato quattro buone pratiche per una supply chain sostenibile.

Ottimizzare il processo di reverse logistic. Stando ai dati, infatti, il volume medio dei resi (e in particolare lo shopping online, il packaging e la spedizione) genera dal 3% al 9% delle emissioni di gas serra. Per diminuire questi valori diventa dunque fondamentale applicare un processo di logistica inversa che aiuti le aziende a elaborare i resi il più rapidamente possibile e reintrodurli nel ciclo di vendita più velocemente.

I motivi principali dei resi sono  taglia errata, vestibilità non corretta, prodotti difettosi o qualità non idonea. Per cercare di diminuire i resi dovuti da questi motivi tecnici, le aziende dovrebbero controllare preventivamente lo stato ed eventuali difetti di produzione di un articolo.

Altro consiglio è quello di pianificare sempre i viaggi di ritiro e di consegna delle merci. Per le aziende che operano nel settore dei trasporti, la riduzione dei costi medi stradali per tonnellata - alla luce dell’incremento di quasi il +20% - e la transizione ecologica sono infatti gli obiettivi centrali per la sostenibilità. 

Infine i prodotti dovrebbero tutti disporre del Passaporto Digitale dei Prodotti che aiuta consumatori ma anche aziende a fare scelte più consapevoli per l'ambiente.

 


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