Crescono gli investimenti ESG. La sostenibilità piace ai mercati finanziari

Negli ultimi cinque anni gli investimenti ESG sono passati dal 20% all’80%. I dati dell’indagine di Deloitte e The Fletcher School della Tufts University

Di Arianna De Felice

Trend e Scenari - Pubblicato il 13-05-2024

Negli ultimi cinque anni l’attenzione degli investitori verso le politiche ESG ha registrato una netta crescita. Secondo quanto è emerso dallo studio globale "How can the enterprise earn investor trust through sustainability disclosures?" realizzato da Deloitte e The Fletcher School della Tufts University.

L'indagine, eseguita sull'anno solare 2023, ha coinvolto oltre 1.000 asset owner, asset manager e altri rappresentanti del top management – tra cui Chief Financial Office e Chief Sustainability Officers – di aziende presenti in Nord America, Europa e Asia.

Gli investimenti ESG, il risultato dello studio 

Dallo studio emerge come l'83% degli investitori intervistati incorpora informazioni sulla sostenibilità nelle analisi fondamentali e il 79% degli intervistati ha adottato politiche di sostenibilità, rispetto al 20% di cinque anni fa. Inoltre solo l'1% ha dichiarato di non aver alcun piano strategico mentre il 6% intende avviarne uno nel breve periodo. Oggi più che mai gli investitori dunque sono attenti a minimizzare i rischi e a capitalizzare le opportunità. Il motivo? Le previsioni degli investitori relative all'opportunità di investimento, se l'economia mondiale dovesse riuscire a raggiungere lo zero netto sulle emissioni, sono pari a circa 43 trilioni di dollari da qui al 2070.

Perché investire in ESG: i motivi più diffusi

Visto il deciso aumento viene naturale chiedersi come mai nell'ultimo periodo gli investitori sono particolarmente propensi a investire in tematiche ESG. Al primo posto ovviamente c'è un fattore legato a una legislazione in materia di sostenibilità sempre più stringente che sta via via imponendo alle aziende trasparenza, nonché reporting di sostenibilità sempre più precisi. Questo sicuramente è il fattore che ha spinto di più, almeno secondo il 39% degli intervistati. Il 37% invece punta sulle tematiche ambientali, sociali e di governance principalmente per migliorare le performance finanziarie mentre il 34% lo fa soprattutto per gestire le richieste degli stakeholder che stanno diventando via via sempre più pressanti. Tra le altre motivazioni che stanno spingendo a questa crescita figurano anche risultati sociali (S) e ambientali (E) migliorati (34%); brand benefits (33%); attrazione e fidelizzazione dei talenti (32%); dovere fiduciario (29%) e diversificazione del rischio (29%).

Gli ostacoli per chi vuole investire in ESG

Nonostante la crescente domanda di informazioni sulla sostenibilità, gli investitori segnalano ostacoli significativi nella chiarezza, coerenza e affidabilità dei dati. Sebbene le normative e gli standard stiano emergendo a livello globale per garantire la coerenza dei dati, infatti, non sono ancora implementati in modo sufficientemente ampio da fornire dati pienamente affidabili agli investitori. Nello specifico gli ostacoli emersi dall’indagine di Deloitte e The Fletcher School della Tufts University riguardano la mancanza di chiarezza su come integrare le informazioni ESG (65%); l’incomparabilità dei dati (64%); i vincoli di costi (64%); una mancanza di strategie chiare da parte dello corporazioni (64%); e la mancanza di risultati realmente misurabili con quanto inserito invece nel report di sostenibilità (62%).

Report di sostenibilità sì, ma che sia certificato

Il risultato di questa mancanza di fiducia porta gli investitori a utilizzare solo informazioni, dati e fonti di cui si fidano. Per questo motivo riuscire a stabilire un contatto di fiducia con gli investitori diventa sempre più fondamentale per le imprese in crescita. Tra i dati disponibili, nello specifico, per gli investitori sono di particolare rilievo soprattutto i dati provenienti da fornitori terzi e agenzie di rating che gli investitori utilizzano per andare ad analizzare tutte le opportunità di investimento sostenibili. Questo ovviamente non vuol dire che non considerano i dati che provengono dai sistemi interni alle aziende ma, per essere realmente attendibili, devono essere certificati e verificati. Il risultato è dunque che l’attenzione al controllo e alla garanzia dei dati, fa sì che le campagne di marketing dedicate alla sostenibilità non siano sufficienti per dimostrare in modo credibile gli sforzi di sostenibilità di un’azienda.

La speranza è che le normative attualmente in via di definizione e affermazione inerenti proprio le tematiche ESG possano essere un modo per contribuire ad aumentare la fiducia nei dati che arrivano direttamente dalle imprese.


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