La sostenibilità nel sistema assicurativo italiano: criteri ESG sempre più influenti nelle scelte di investimento

Il 98,8% delle assicurazioni include i criteri ESG nelle decisioni di investimento. Obiettivo: coniugare l’impatto socio ambientale con un congruo ritorno finanziario

Di Arianna De Felice

Finanza Sostenibile - Pubblicato il 29-11-2023

Le assicurazioni vantano caratteristiche peculiari che le rendono uniche e particolarmente rilevanti in termini di politiche ESG (dall’inglese, Environmental, Social and Governance). Le compagnie assicurative svolgono infatti il duplice ruolo di investitori istituzionali da un lato e di fornitori di prodotti e servizi assicurativi, dall’altro. In entrambe queste funzioni possono fornire un decisivo contributo ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU (Sustainable Development Goals - SDGs) e anche al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Per questi motivi, già dallo scorso anno, il Forum per la Finanza Sostenibile e l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) hanno realizzato un’indagine per capire come sta cambiando la sostenibilità nel sistema assicurativo italiano e come influisce sugli investimenti.

La sostenibilità nel sistema assicurativo italiano

La ricerca, presentata in questi giorni a Roma durante le Settimane SRI, segnala una continua crescita dei temi relativi alla sostenibilità nel sistema assicurativo italiano tanto che, la quasi totalità del campione pari al 90%, ha istituito una funzione aziendale o un comitato ad hoc per i temi green che nella maggior parte dei casi riporta direttamente al CdA o comunque alle funzioni apicali dell’azienda. 

In merito alle politiche di remunerazione, invece, per la parte variabile delle retribuzioni, anche quest’anno la quasi totalità (il 90%) del campione prende in considerazione il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

L'indagine ha fatto poi un passo in avanti rispetto alla sua prima edizione del 2022 andando ad analizzare anche l’inclusione dell’obiettivo della parità di genere all’interno delle politiche di gestione delle risorse umane e i ruoli a cui si applica. Ne è emerso che il 98% del campione tiene conto di tale obiettivo, nella maggioranza dei casi (96%) tramite indicatori quantitativi (accompagnati nel 75% dei casi da indicatori qualitativi); tale obiettivo è esteso a tutto il personale nel 50% dei casi e a tutto il personale e ai membri del CdA nel 41%. 

Un ruolo centrale nella crescita dei temi ambientali all’interno del mondo della assicurazioni, lo gioca la formazione. Non è un caso, infatti, che quasi tutti i rispondenti all'indagine abbiano avviato o preso parte a percorsi formativi predisposti ad hoc sui temi ambientali.

Di particolare rilievo sono i dati che riguardano il ruolo che la sostenibilità gioca nelle decisioni di investimento. Secondo le analisi, infatti, quasi la totalità del campione (ovvero il 98,8%) include i criteri ESG nelle decisioni di investimento, in particolare nelle decisioni riferite al portafoglio diretto e in delega. Un dato già di per sé importante che acquisisce ancora più valore se si pensa che nel 93% dei casi le strategie SRI sono adottate su una porzione rilevante del portafoglio (75-100%). Tra le motivazioni principali che spingono le assicurazioni a effettuare investimenti sostenibili spicca, anche per quest’anno, la possibilità di coniugare l’impatto socio ambientale con un congruo ritorno finanziario.

Infine, non poteva certo mancare un riferimento all’attività di sottoscrizione dei rischi. Anche quest'anno, infatti, il campione o include già criteri ESG nella definizione dell’offerta di prodotti assicurativi oppure sta effettuando valutazioni in merito. Nello specifico, l'inclusione dei criteri ESG avviene tramite la limitazione dei prodotti assicurativi per le attività esposte ad alti rischi ESG, dell’offerta di prodotti assicurativi per la copertura dei rischi climatici (per lo più legati all’acqua, al vento e alle temperature), nonché l’offerta di prodotti specifici per favorire l’inclusione assicurativa.

All'evento di presentazione della seconda edizione dell’indagine, tra gli interventi da sottolineare quello di Giulia Balugani, Sustainability Manager UnipolSai Assicurazioni Spa che ha affermato: “L’indagine conferma il crescente impegno del settore assicurativo per la gestione di impatti, rischi e opportunità legati ai fattori ESG ormai integrati in tutti i processi aziendali fondamentali. Sul ruolo delle assicurazioni a fronte della sfida del climate change è importante segnalare un dato: il 22% delle società assicurative ha nelle linee prioritarie la promozione di piani di adattamento per garantire l’assicurabilità dei settori più esposti ai rischi climatici. In questo settore Gruppo Unipol lavora da anni tramite i progetti Life Derris e Life Ada”. E anche quello di Virginia Antonini, Head of Sustainability and Corporate Communication, Reale Group: "L'indagine si configura come uno strumento utilissimo per sentire il polso del settore rispetto all’approccio che il comparto sta tenendo in relazione al tema dell’integrazione della Sostenibilità nel corebusiness assicurativo. IIn Reale Group, la sostenibilità è parte essenziale della nostra identità, radicata nella nostra essenza e riflessa in modo saldo all'interno della governance aziendale. In qualità di società benefit, Reale Mutua ha adottato un approccio di integrazione ex ante delle tematiche ESG in tutti i processi aziendali".

L’indagine

La ricerca è stata realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile e dall’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) con il sostegno di Etica SGR, Generali Italia, Reale Mutua, Unipol Gruppo.

L’indagine, avviata nel 2022, è giunta quest’anno alla seconda edizione, con una partecipazione pari al 76% del mercato assicurativo italiano in termini di premi raccolti. Il dato è in aumento rispetto allo scorso anno, in cui le compagnie rispondenti rappresentavano una quota di mercato premi pari al 73%. 


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