Per il 68% degli italiani la sostenibilità è un tema sentito. I risultati dell'Osservatorio LifeGate

Secondo l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate, tra gli italiani aumenta l’interesse per la sostenibilità

Di Arianna De Felice

Trend e Scenari - Pubblicato il 13-10-2023

Sebbene la sostenibilità sia una tematica esistente da sempre, solo negli ultimi decenni ha suscitato un più profondo interesse non solo nella vita privata, ma anche nel mondo delle aziende. La consapevolezza dell'importanza del tema sta cambiando anche tra gli italiani che oggi si informano, stanno attenti e ne discutono sul posto di lavoro, in università, a casa e nelle piazze. A confermarlo sono anche i dati della nona edizione dell'Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate realizzato in collaborazione con Eumetra.

La sostenibilità ieri e oggi

Quanto è importante la sostenibilità per gli italiani? Quanto è presente nel loro bagaglio di conoscenze, nei loro atteggiamenti e nei loro comportamenti? Da queste domande parte l’Osservatorio LifeGate che ormai da nove anni cerca di capire come sta cambiando la percezione degli italiani nei confronti del tema della sostenibilità. Il risultato oggi è decisamente migliorato tanto che, se nel 2015 ben il 40% la definiva una moda passeggera, oggi il 68% afferma che è un tema davvero sentito da tutti.

Ovviamente passare dalla teoria alla pratica non è certo cosa facile, ma vedere che il numero di cittadini che si sentono coinvolti in queste tematiche ha raggiunto i 39,5 milioni (circa il 79% della popolazione) con un aumento di ben sei punti percentuali in un solo anno è sicuramente un grande passo in avanti.

“Il dato sull’interesse degli italiani, rispetto ai temi legati alla sostenibilità umana e ambientale, è in continua crescita, con 39,5 milioni di cittadini coinvolti nel cambiamento. Il trend conferma la necessità e l’urgenza che le scelte politiche ed economiche si muovano in questa direzione”, ha dichiarato Renato Mannheimer di Eumetra MR.

Le motivazioni alla base del cambiamento

Alla base di questi cambiamenti c'è prima di tutto una presa di coscienza del significato stesso delle parole riscaldamento globale e crisi climatica. Oggi, infatti, il 78% sa cosa vogliono dire questi termini (ben nove punti percentuali in più rispetto all’anno precedente). Ancora di più sono coloro che hanno cominciato davvero a preoccuparsi per le conseguenze del cambiamento climatico (circa l'85%).

Presa di coscienza che è avvenuta subito dopo aver assistito in prima persona ai danni che il riscaldamento globale sta provocando, dalla siccità, agli incendi fino alle alluvioni che hanno colpito tutto il Belpaese. Disastri che hanno già cominciato anche a far riflettere le persone su tematiche come dove vivere, cosa mangiare e come proteggere i beni materiali (un italiano su quattro infatti è disposto a stipulare una polizza contro i danni degli eventi meteo estremi, anche a costo di pagare di più).

Il cambiamento negli acquisti e dell’interesse per le aziende

Un moto di cambiamento sta interessando sempre più anche l'acquisto di beni più o meno primari tanto che, se prima i consumatori si fermavano a considerare la qualità e il prezzo di un prodotto o di un servizio, ora acquistano sempre più da aziende che offrono prodotti e servizi sostenibili (61%) o dotate di certificazioni (54%); valutano la trasparenza e l’onestà delle imprese, tanto da considerarle fattori cruciali nelle decisioni di acquisto; apprezzano la chiarezza sull’origine dei prodotti, sull’utilizzo responsabile delle risorse, sul ricorso a energie rinnovabili, ma anche sul rispetto dei diritti dei lavoratori e sull’impegno nelle tematiche di diversità e inclusione. 

Un trend confermato anche dal fatto che, nonostante i prezzi elevati causati dall'inflazione (che sicuramente rallentano il cambiamento verso uno stile di vita più green), il 26% degli italiani è disposto a pagare di più per l’acquisto di beni, purché siano eco-friendly come cibo biologico, giocattoli e prodotti in materiali riciclati, cosmesi naturale, arredamento e abbigliamento sostenibile.

Le aziende però, quando progettano le loro campagne di marketing, devono tenere presente che gli italiani non sono ingenui, anzi, dal report emerge un livello di diffidenza verso le pratiche del greenwashing condiviso quasi dalla metà degli intervistati (49%).

Energia verde e mobilità sostenibile

L'Osservatorio Lifegate infine si è anche concentrato su due tematiche specifiche della sostenibilità: l'energia pulita e la mobilità sostenibile.

Ne è emerso che le energie rinnovabili e la transizione energetica sono diventate temi prioritari: rispettivamente il 78% e il 52% degli italiani ne hanno già sentito parlare (un dato, quest’ultimo, che cresce di 7 punti percentuali rispetto all’anno precedente) con il 90% degli italiani che sostengono che il passaggio all'energia verde sia una priorità. 

In stallo, invece, risulta essere il mercato delle auto elettriche che, nonostante il 71% pensi che sia giusto incentivare l'acquisto di veicoli green, solo il 9% per ora ne utilizza regolarmente uno. Il principale motivo riguarda i prezzi elevati ma anche la carenza di infrastrutture  come i sistemi di ricarica.

Il capitale umano al centro dell'impresa

Ma la sostenibilità non è solo ambientale ma anche sociale, e anche di questo le aziende ne stanno sempre più prendendo atto. Secondo l'Osservatorio LifeGate, infatti, un italiano su tre ha già sentito parlare delle politiche di diversity e inclusion riconoscendo le differenze e contrastando le discriminazioni. E se a Milano l’argomento suona familiare a un abitante su due, in generale il tema della diversità e inclusione in azienda è ritenuto fondamentale per l’84% di tutti gli intervistati.

Tuttavia, dice lo studio, è ancora piuttosto raro che le politiche di diversity&inclusion diventino un criterio per preferire un determinato brand a un altro. Soltanto il 12% degli intervistati sostiene infatti oggi di prenderle in considerazione nelle scelte di acquisto. Ma probabilmente è solo questione di tempo.

“Il cambiamento sociale e culturale parte sempre dalle persone e dal capitale umano, vero tesoro e punto di forza da sfruttare anche per le aziende nel loro percorso verso una piena sostenibilità”, ha commentato Enea Roveda, amministratore delegato del Gruppo LifeGate.

Metodologia dell'Osservatorio LifeGate

I risultati dell’Osservatorio di LifeGate arrivano da una serie di domande che sono state sottoposte a un campione di 1.100 italiani. Non manca ovviamente anche una rappresentanza della Generazione Z, cioè di ragazzi e ragazze di età compresa fra i 18 e i 24 anni, gli stessi che hanno riempito a più riprese le piazze con i loro scioperi per il clima. Per avere un quadro più chiaro delle tendenze nelle grandi città, c’è anche un sovra campionamento sugli abitanti di Milano e Roma.

 

 


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