Smart mobility: come siamo messi in Italia e in quali direzioni si sta andando?

Alcuni dati ci svelano come sarà la mobilità del futuro. Tra auto ibride, sharing mobility e smart mobility, le startup che stanno ridisegnando il modo di circolare

Di Chiara Buratti

Trend e Scenari - Pubblicato il 29-03-2023

Come sarà la mobilità del futuro? Si parla di smart mobility, sharing mobility, auto ibride, ma, in vista della decisione presa dalla Commissione Europa che prevede lo stop all'immatricolazione delle auto a motore a scoppio a partire dal 2035, in Italia come siamo messi in tema di mobilità sostenibile? Ce lo dicono alcuni dati importanti presentati durante la sesta edizione dello Smart Mobility Report redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano.

Se nel Belpaese il 2021 è stato un anno da record, con ben 137.000 nuove auto elettriche immatricolate, di cui il 65% al Nord (a loro volta quasi il triplo rispetto a quelle del 2019), i primi sei mesi del 2022 hanno segnato una battuta d’arresto: -17% per le BEV (Battery Electric Vehicle) e -2% per le PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) se si prende in considerazione lo stesso periodo dello scorso anno. Le cause di questa battuta d’arresto? In primis, l’instabilità del contesto geo-politico, che si affianca a una sempre più grave carenza di materie prime e semiconduttori che bloccano la filiera, a un costo dell’energia nettamente aumentato e all’incertezza degli incentivi all’acquisto. 

Auto ibride: come siamo messi in Italia?

Nonostante lo scenario dinanzi al quale ci troviamo di fronte non sia dei migliori, tutto questo non ha, comunque, impedito alle vendite di auto elettriche di continuare crescere: sono quasi 6,75 milioni i passenger car e Light Duty Vehicle elettrici (sia BEV che PHEV) immatricolati nel corso del 2021 (+100% sul 2020), con un tasso di crescita nel primo semestre del 2022 ancor più alto che nello stesso periodo del 2021. A livello globale, i veicoli elettrici hanno rappresentato l’8,3% delle immatricolazioni complessive del 2021 (+4,1% sul 2020). E la Cina risulta il più grande mercato mondiale, con quasi 3,4 milioni di passenger car e LDV elettrici immatricolati nel 2021 (+155% rispetto al 2020). L’Europa (oltre 2,3 milioni di nuove immatricolazioni, +66% sul 2020) ha comunque mantenuto un trend positivo, con 8 Paesi in crescita a doppia cifra: Norvegia (86%), Svezia (45%), Danimarca (35%), Olanda (29%), Germania (26%), Regno Unito (19%), Belgio (18%) e Francia (18%). In Italia il mercato si sta, comunque, muovendo sia con nuovi modelli di auto che da un punto di vista di infrastrutture di ricarica. Quello che manca, però, è un sostegno più forte all’intera filiera, con incentivi sugli acquisti e l’installazione di più punti di ricarica, tenendo a mente l’obiettivo di 6 milioni di mezzi elettrici circolanti nel Paese entro la fine del decennio. Per quanto riguarda il nostro Paese, dall’Osservatorio emerge una crescita nell’elettrificazione dei Light Duty Vehicle (LDV, +237% sul 2020 e contro il +78% dell’Europa) e dei bus (+89%), mentre le biciclette elettriche – peraltro già numerosissime – hanno registrato un +5%. Anche il trend di auto che viaggiano a carburanti alternativi (metano, GPL e idrogeno) è in crescita mentre il mercato dei veicoli a idrogeno si trova in uno stadio di sviluppo embrionale.

Sharing mobility, un trend positivo

Secondo la ricerca del Politecnico di Milano, un veicolo di proprietà viene utilizzato in media solamente per il 5-10% della sua vita utile, permettendo opportunità di maggiore sfruttamento con un uso “condiviso”. E’ proprio questa la “sharing mobility” di cui tanto si parla e che giocherà un ruolo sempre più centrale nel prossimo futuro in termini di impatto diretto o indiretto sulla decarbonizzazione. In Italia, nel 2021, passenger car e monopattini hanno visto aumentare sia i noleggi (nell’ordine di milioni di unità) che la distanza percorsa. Nonostante questo, nel 2021 il parco circolante di passenger car in condivisione è calato del 9% rispetto al 2020 e del 20% rispetto al 2019.  Anche il numero di biciclette in condivisione nel 2021 ha subito una frenata (-20% sul 2020), mentre sono cresciuti scooter e kick-scooter in sharing (+19% i primi, +26% per i secondi). Un ulteriore elemento da considerare è che i veicoli in sharing sono in alta percentuale elettrici: nel 2021 le passenger car elettriche hanno raggiunto il 27% del totale circolante in sharing, le biciclette elettriche addirittura il 43%, mentre sono tutti elettrici gli scooter e kick-scooter.

Best cases di startup della smart mobility in Italia

Tra le startup attive nel settore della smart mobility in Italia, ne segnaliamo alcune di rilievo:

Reefilla nasce a Torino nell’aprile del 2021 da un’iniziativa imprenditoriale di tre manager FCA – Marco Bevilacqua (CEO), Gabriele Bergoglio (CFO) e Pietro Balda (Tech & Marketing Officer) – che, forti di oltre 10 anni di esperienza nel settore automotive, hanno sviluppato una soluzione di charge delivery (ovvero ricarica a domicilio) immaginando un nuovo paradigma per il passaggio alla mobilità sostenibile;

DazeTechnology, fondata nel 2016 ad Almenno San Bartolomeo (Bergamo) da due giovani ingegneri meccanici, Andrea Daminelli e Massimo Zenoni, ha come mission la semplificazione della ricarica quotidiana delle auto elettriche, ovviando ai problemi che presenta quella manuale grazie allo sviluppo del primo sistema di ricarica conduttiva;

Silla Industries, startup padovana fondata da Alberto Stecca, CEO, e Cristiano Griletti, Head of R&D, progetta e produce colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici ad alta innovazione tecnologica (per grandi gruppi, l’ultimo annunciato è Repower, ma anche per privati). Nata a gennaio 2021, in poco più di un anno ha registrato una crescita molto rapida. Il prodotto di punta è il caricatore universale per la mobilità sostenibile Prism;

Hello Mobility, startup della smart mobility fondata a Trento nell’ottobre del 2019, è una piattaforma aperta abilitante per servizi di mobilità che, in virtù di un business model B2B, ha scelto di abilitare i servizi alle aziende clienti senza passare da un’app. A loro volta, i clienti possono proporli ai rispettivi utenti finali attraverso le loro applicazioni. Nei suoi tre anni di vita ha avviato collaborazioni con aziende leader in diversi settori: automobilistico, assicurativo, di noleggio a lungo termine e di gestione della flotta;

Urbi, costituita nel 2014 a Chiasso (Svizzera) dal milanese Emiliano Saurin e da Serena Schimd, è nata come realtà operante nella MaaS (mobility as a Service) proponendo un’unica applicazione che aggrega diversi servizi di mobilità condivisa in modo da permettere di prenotare da una sola piattaforma servizi di car, scooter e bike sharing, taxi, ride sharing e trasporto pubblico;

2hire, una startup innovativa fondata a Roma nel 2015 da Filippo Agostino, Matteo Filippi, Andrea Verdellocco ed Elisabetta Mari, propone soluzioni di gestione della mobilità per veicoli connessi e non, rivolgendosi ai produttori di auto e ai servizi di sharing;

OpenMove è una soluzione sviluppata da Lucian srl – startup di giovani ragazzi trentini – in collaborazione con Trentino trasporti esercizio e Trenitalia che progetta e realizza sistemi di bigliettazione elettronica, prenotazione, infomobilità, gestione flotta e business intelligence che garantiscono libertà di movimento e sicurezza per l’utente e sostenibilità per le aziende di trasporto;

Wash Out, fondata nel 2016 a Milano da Andrea Grassi, Alessandro Morlin Visconti Castiglione e Christian Padovan, offre un servizio che permette di far lavare auto e moto a domicilio. Per averlo è sufficiente registrarsi sull’app dedicata, disponibile sia per Android e iOS, indicare i dati del veicolo da far lavare (numero di targa e modello), scegliere tra gli slot liberi indicando data e ora, nonché l’indirizzo in cui il veicolo è parcheggiato;

Auting permette di condividere l’auto di proprietà con estranei per breve tempo dietro pagamento. Con la convinzione che gli italiani fossero pronti a scoprire questa modalità di spostamento, ovvero la condivisione di automobili peer-to-peer, nel 2017 a Bologna Lorenzo Osti, Matteo Menarini e Silvio Vigato fondano la startup;

Scuter nasce come startup innovativa della smart mobility nel 2015 co-fondata da Gianmarco Carnovale (imprenditore seriale e CEO), Gabriele Carbucicchio (Chief Business Development Officer), dal progettista di motoveicoli Carmine Di Nuzzo (Chief Design Officer) e dall’ingegnere elettronico Luca Ruggeri (Chief Technology Officer), prefiggendosi l’obiettivo di ridisegnare la mobilità urbana personale partendo dal primo veicolo concepito ed ingegnerizzato per essere utilizzato nei servizi di sharing;

Bicincittà (BIC) è una startup fondata a Torino da Mario Segato nel 2019 che si occupa di ideare, progettare, realizzare e gestire progetti di mobilità sostenibile;

Volvero, startup innovativa fondata a Vicenza da Marco Filippi nel 2018, nasce con l’obiettivo di permettere alle persone di avere in sharing una moto, un’auto o un veicolo commerciale in modo efficiente e sostenibile, risparmiando tempo e denaro;

Switch, fondata a Roma da Matteo Forte nel febbraio del 2020,è una piattaforma software che rende le flotte per lo sharing di veicoli più profittevoli. Basata su intelligenza artificiale e machine learning, la piattaforma è dotata di specifici algoritmi di ottimizzazione, e suggerisce la migliore distribuzione possibile dei veicoli utilizzati per la condivisione delle società che operano nel settore, prendendo in considerazione l’aspettativa della “domanda di mobilità” in modo predittivo.


Potrebbe interessarti

Contatti

redazione@osservatorioeconomiacircolare.it

Ricevi la nostra newsletter

Redazione

Valentina Cinnirella

Direttrice responsabile

Simona Politini

Vicedirettrice responsabile

Osservatorio Economia Circolare è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Milano n. 4326/2023

Futurea S.r.l.
Piazza degli Affari 3 | 20123 - Milano (MI)
P.IVA 15942371004 | Cap. sociale € 165.629,55 i.v