Come le aziende possono accelerare la transizione verso il Net Zero. Buone pratiche da seguire

Le principali tecnologie climatiche diventano sempre più efficienti, ma il riscaldamento globale corre più veloce. Ecco tre consigli per le imprese per stare al passo

Di Arianna De Felice

Buone Pratiche - Pubblicato il 22-12-2023

Il continuo sviluppo di alcune delle principali tecnologie climatiche, prime fra tutte l'energia eolica, solare e i veicoli elettrici, stanno contribuendo ad accelerare gli sforzi di decarbonizzazione in tutto il mondo. Il ritmo di crescita per una transizione verso il Net Zero però non ha tenuto il passo con le proiezioni di un pianeta in riscaldamento. Diventa dunque fondamentale accelerare ancora di più il passo ma come? Ecco tre consigli per le aziende dagli esperti di McKinsey.

La situazione della transizione delle aziende nel mondo

Secondo i dati emersi dalla ricerca di McKinsey, sono oltre 4.000 le aziende che hanno già deciso di impegnarsi maggiormente per ridurre le loro emissioni e oltre 70 Paesi hanno fissato obiettivi di zero emissioni nette. Ma quanto velocemente le tecnologie climatiche chiave dovranno espandersi per contribuire a raggiungere la transizione energetica? Stando ai dati anche le tecnologie mature, tra cui l’energia eolica e quella solare, dovrebbero crescere da un fattore da 6 a 14 volte più veloce per rimanere sulla buona strada entro il 2030. 

Per quanto riguarda invece le tecnologie climatiche ad alto potenziale, ma relativamente meno avanzate nella loro commercializzazione (rispetto alle energie rinnovabili), dovrebbero crescere a un ritmo ancora maggiore. L'idrogeno, per esempio, dovrebbe aumentare di un fattore 200 volte maggiore rispetto a oggi.

Tre consigli per accelerare il cambiamento verso il Net Zero

Ma vista la necessità di accelerare la sostenibilità in azienda, viene naturale chiedersi: come si può farlo? A rispondere a questa domanda sono gli esperti di McKinsey che hanno individuato 3 buone pratiche e consigli che possono essere utili alle organizzazioni.

1. Rafforzare la catena di fornitura attraverso partenariati intersettoriali

La prima azione che le aziende possono fare per accelerare la transizione verso il Net Zero, è quella di rafforzare la catena di fornitura attraverso partnership intersettoriali. Affinché i veicoli alimentati a idrogeno possano crescere e contribuire a decarbonizzare il trasporto merci a lungo raggio, ad esempio, anche la fornitura di idrogeno e le infrastrutture per l’idrogeno devono crescere. 

2. Superare il divario di competenze

Il cambiamento climatico e la conseguente lotta che il mondo sta portando avanti hanno portato anche alla creazione di nuove figure professionali e, soprattutto, di nuove competenze lavorative necessarie per far si che il cambiamento possa avvenire con successo. La gamma di competenze green è ampia: dall’affincamento delle competenze tecniche nella produzione di veicoli elettrici, pannelli solari e turbine eoliche al coinvolgimento con fornitori a basse emissioni fino all’esperienza esecutiva nella contabilità del carbonio e nella finanza di progetto. Guardando al prossimo decennio, la carenza di green skill potrebbe profilarsi per alcuni settori, in particolare perché sempre più aziende contemporaneamente espanderanno la produzione e le operazioni negli Stati Uniti per accedere agli incentivi offerti dall’IRA e dalla legge bipartisan sulle infrastrutture. Per far fronte a queste potenziali carenze, le aziende non devono solo acquisire i giusti talenti, ma devono anche capire come migliorare le competenze green e riqualificare la manodopera per opportunità future. Tra le possibilità vi sono l'apertura di una struttura di ricerca e sviluppo e formazione interna o costruire una pipeline di talenti presso le istituzioni accademiche.

3. Esplorare diverse strade per finanziamenti e investimenti

Infine, l'ultimo consiglio degli esperti di McKinsey, è quello di esplorare strade diverse per finanziamenti e investimenti. Farlo può comportare sfide e rischi non da poco e, per aiutare le imprese a mitigarli, il consiglio è quello di utilizzare l'approccio del project finance. Si tratta di una struttura senza ricorso, o a ricorso limitato, in cui la responsabilità degli azionisti della società di progetto è limitata al loro investimento azionario e i finanziatori del progetto fanno affidamento principalmente sul flusso di cassa del progetto per il rimborso, il che significa che il rimborso del capitale di solito inizia dopo che il progetto è diventato operativo. 

Ci sono poi molte aziende che guardano a modelli di finanza mista, che si basano su un mix di capitale privato e finanziamenti pubblici o filantropici. I pool di finanziamenti pubblici utilizzano le sovvenzioni come mezzo per ridurre il debito e mitigare il rischio, ad esempio, e i fondi multilaterali per il clima, come il Green Climate Fund, hanno preso in considerazione questi modelli di finanza mista.

Infine anche partenariati finanziari stanno svolgendo un ruolo più importante, dalle joint venture tra start-up locali e aziende tecnologiche globali ai programmi di ricerca, sviluppo e dimostrazione (RD&D) finanziati da più parti interessate che forniscono capitale azionario in fase iniziale e di crescita per aziende ad alto rischio. Questi programmi di ricerca e sviluppo si stanno manifestando in particolare nei Paesi in via di sviluppo, per contribuire ad aumentare gli investimenti privati nelle imprese che servono le comunità sottorappresentate più colpite dai cambiamenti climatici.


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