Biometano, in due anni oltre 300 nuovi impianti in Europa

A confermare la crescita degli impianti di biometano, pari al 30% in soli due anni, sono i dati dell’EBA, l’European Biogas Association

Di Arianna De Felice

Trend e Scenari - Pubblicato il 10-07-2023

Il mercato delle energie rinnovabili continua la sua corsa verso un futuro sempre più green. Oltre a energie come solare, eolico e idrogeno, anche il settore del biometano sta via via crescendo. A confermarlo sono anche gli ultimi numeri dell’EBA, l’European Biogas Association, secondo i quali, negli ultimi due anni, il numero degli impianti di biometano in Europa è cresciuto del 30%

Un settore in crescita

Stando a quanto riportato nel primo EBA Investment Outlook da poco pubblicato, il mercato del biometano ha conquistato circa 18 miliardi di euro di investimenti utili per aumentare la produzione. Il biometano, lo ricordiamo, può essere utilizzato come carburante per veicoli a gas naturale compresso (CNG) o come combustibile per la produzione di energia, per la produzione di gas di sintesi e nell’industria per la produzione di prodotti chimici e combustibili.

«La prima edizione dell'EBA Investment Outlook sul biometano mostra che questi sforzi stanno prendendo forma: 4,1 miliardi di euro saranno investiti nei prossimi 2 anni, 12,4 miliardi di euro entro il 2030 e 1 miliardo in più è stato stanziato senza una tempistica specifica. Le prospettive dell'EBA saranno regolarmente aggiornate con l'aumento degli investimenti», ha spiegato Mieke Decorte, Technical and Project Manager di EBA.

Nello specifico, questi investimenti saranno per lo più localizzati in Francia (€ 1,4 miliardi) e in Italia (€ 1,1 miliardi) grazie alle condizioni favorevoli in questi Stati membri. Seguono Paesi Bassi (951 milioni di euro), Spagna (948 milioni di euro), Germania (658 milioni di euro), Svezia (635 milioni di euro) e Polonia (429 milioni di euro). Infine, 3,3 miliardi di euro saranno destinati a territori extra UE, tra cui Regno Unito e Ucraina.

Boom di impianti di biometano

Ad aprile 2023 si contano oltre 1300 (1322 per la precisione) impianti di biometano sparsi per tutta Europa. Un dato che, prendendo in considerazione solo i quasi 300 impianti divenuti operativi negli ultimi due anni, porta la crescita al 30%.

Per quanto riguarda la produzione di biometano, invece, l'EBA stima una crescita del 20% sempre negli ultimi due anni: il numero ha quindi raggiunto 3,5 miliardi di metri cubi, cioè poco più dello 0,6% del consumo di gas del continente.

Tra gli altri dati emersi dallo studio 3 su 4 impianti sono già connessi alle reti di trasporto (19%) o distribuzione (58%), riuscendo così a rendere disponibile biometano utile per il consumo industriale e domestico.

Inoltre, le materie prime utilizzate per produrre biometano sono soprattutto i residui agricoli, i rifiuti solidi urbani organici e i fanghi di depurazione.

«La produzione di biometano ha registrato una crescita notevole nell’ultimo decennio e questa tendenza al rialzo continua con un aumento di quasi il 30% del numero di impianti di biometano rispetto alla precedente edizione di questa mappa. Questo è un segnale forte degli sforzi dell’industria per aumentare la produzione e spingere per un’ulteriore accelerazione al fine di raggiungere l’obiettivo di 35 bcm entro il 2030 proposto dalla Commissione Europea nel piano REPowerEU», ha affermato Harmen Dekker, CEO dell’EBA.

Le aree più in via di sviluppo

Ma se è vero che il biometano è un mercato in crescita in tutta Europa, quali sono le città che spingono di più l’utilizzo di questo tipo di energia rinnovabile? Secondo lo studio di EBA al primo posto troviamo la Francia che registra una capacità produttiva pari a +2130 GWh, seguita dalla Danimarca con +1642 GWh e dalla Germania con +1553 GWh. In termini assoluti, invece la classifica vede quasi gli stessi Paesi ma a situazione invertita. La Germania, infatti, balza al primo posto con +12753 GWh, mentre al secondo posto compare il Regno Unito con 6183 GWh. A chiudere il podio con la medaglia di bronzo torna la Danimarca con 5683 GWh.

L'Italia, invece, conquista un sesto posto con 2246 GWh aggiuntivi preceduta da Francia (4337 GWh) e Olanda (2374 GWh). 


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