Direttiva Case Green, migliorare la prestazione energetica degli edifici in tutta l'UE

La Commissione UE accoglie l'accordo raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio per ridurre le emissioni e il consumo energetico degli edifici

Di Arianna De Felice

Normative - Pubblicato il 15-12-2023

Secondo le ultime stime, gli edifici sono oggi responsabili del 40% del consumo energetico dell'UE, di oltre la metà del consumo di gas e del 36% delle emissioni di gas serra legate all’energia. Inoltre va sottolineato che circa il 35% delle strutture immobiliari ha più di cinquant'anni il che vuol dire che quasi il 75% degli edifici sono inefficienti dal punto di vista energetico. Dato che fatica a cambiare visto che il tasso medio annuo di rinnovamento energetico è solo dell’1% circa.

Da anni la Commissione Europea sta lavorando per agevolare le ristrutturazioni e, di conseguenza, avere edifici con una maggiore efficienza energetica e più fonti rinnovabili. L'ultima novità in questo senso, accolta con favore dalla Commissione, è la revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD), meglio nota come Direttiva Case Green.

La Direttiva Case Green

La Direttiva Case Green aiuterà a definire tutta una serie di misure che permetteranno di migliorare strutturalmente la prestazione energetica degli edifici, con un focus su quelli con le peggiori prestazioni.

Nello specifico, ciascun Stato membro adotterà il proprio percorso nazionale per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Sempre gli Stati membri decideranno quali edifici prendere di mira per questo cambiamento e quali misure adottare. L'importante è che almeno il 55% della riduzione del consumo medio di energia primaria sia ottenuto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le peggiori prestazioni.

Per quanto riguarda gli immobili non residenziali le norme richiedono un cambiamento graduale che porterà a ristrutturare il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033. Saranno esclusi dalle ristrutturazioni, almeno per il momento, alcuni edifici residenziali e non come quelli storici o le case vacanze.

Infine cambieranno anche gli attestati di prestazione energetica (APE) che si baseranno su un modello dell’UE con criteri comuni, per informare meglio i cittadini e rendere più facili le decisioni di finanziamento in tutta l’Unione Europea.

Le revisioni della Direttiva Case Green contengono misure volte a migliorare sia la pianificazione strategica delle ristrutturazioni sia gli strumenti per garantire che tali ristrutturazioni avvengano realmente. Nello specifico, gli Stati membri dovranno stabilire piani nazionali di ristrutturazione degli edifici ed essere in grado di affrontare gli ostacoli rimanenti come il finanziamento, la formazione e l’attrazione di lavoratori più qualificati; dovranno creare programmi nazionali di passaporti per la ristrutturazione degli edifici per guidare i proprietari nelle loro ristrutturazioni graduali verso immobili a emissioni zero; e dovranno istituire sportelli unici per i proprietari di case, le PMI e tutti gli attori della catena del valore della ristrutturazione per ricevere supporto.

L'accordo, in ultimo, prevede anche l'eliminazione graduale delle caldaie alimentate da combustibili fossili a partire dal 1° gennaio 2025.

Obiettivo zero emissioni

I nuovi edifici saranno a zero emissioni a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per tutti gli altri nuovi edifici, con possibilità di specifiche esenzioni.

Gli immobili, inoltre, dovranno essere "solar ready" ovvero in grado di ospitare impianti fotovoltaici o solari termici all'occorrenza. Se per le nuove costruzioni questo non sarà un problema, per quelle già esistenti, l'energia solare dovrà essere integrata gradualmente, a partire dal 2027, laddove ciò sia tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile.

Promuovere la mobilità sostenibile

Secondo quanto si apprende, l'accordo aiuterà anche a favorire la mobilità sostenibile grazie a disposizioni sul precablaggio, punti di ricarica per veicoli elettrici e parcheggi per biciclette. Il precablaggio diventerà la norma per gli edifici nuovi e ristrutturati, facilitando così l’accesso alle infrastrutture di ricarica e contribuendo all’ambizione climatica dell’UE.

Verranno inoltre rafforzati i requisiti sul numero di punti di ricarica sia negli edifici residenziali che non residenziali. Infine, le disposizioni garantiranno che vi siano parcheggi sufficienti per le biciclette, comprese le cargo bike.

«Per avere successo nella transizione verde, dobbiamo assicurarci che la trasformazione cambi in meglio la vita delle persone. Vogliamo aiutare le persone a rendere le loro case più efficienti dal punto di vista energetico, più confortevoli e salutari. E questo è un vantaggio per i cittadini: migliorare la prestazione energetica degli edifici si tradurrà sia in una riduzione delle bollette energetiche che in una riduzione delle emissioni di gas serra. L’accordo odierno rappresenta il giusto equilibrio tra standard europei, attuazione nazionale, autonomia individuale e sostegno finanziario», ha dichiarato Maroš Šefčovič, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e le prospettive.

L'accordo ora dovrà essere formalmente adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Una volta completato questo processo, la nuova normativa sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione ed entrerà in vigore.


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