Nove raccomandazioni sulla rendicontazione di sostenibilità

ASviS ha stilato nove raccomandazioni rivolte alle le istituzioni italiane per sostenere le imprese nella rendicontazione di sostenibilità

Di Arianna De Felice

Buone Pratiche - Pubblicato il 16-02-2024

L'ultimo anno il mondo si è mosso per aumentare la consapevolezza sui temi ambientali e, in generale, su tutto ciò che comprende l'acronimo ESG. Da un punto di vista normativo, l'entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive o CSRD e le sue successive modifiche, hanno sicuramente accelerato il cammino verso lo sviluppo sostenibile delle aziende incidendo in maniera determinante su diversi ambiti della vita economica e sociale. L’obbligo di una maggiore trasparenza e responsabilità dell’impatto sulle persone e l’ambiente sta infatti imponendo alle imprese di rinnovare i sistemi produttivi e i modelli di governance, con implicazioni profonde sulle loro scelte strategiche, sui loro investimenti e anche sulle politiche economiche nazionali.

A cercare di inquadrare meglio la situazione e, soprattutto, a stilare alcune raccomandazioni per le istituzioni è il Policy brief ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), "La rendicontazione di sostenibilità nel contesto europeo e italiano: una rivoluzione in atto”, curato dalla Fondazione organismo italiano di business reporting (Oibr) con il contributo del Gruppo di lavoro “Finanza per lo sviluppo sostenibile” dell’Alleanza.

“Finalmente, sarà possibile analizzare i risultati delle aziende con strumenti che, oltre ai risultati economico-finanziari, rivelino in modo credibile anche l’impatto sociale e ambientale, in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu e la recente modifica della Costituzione italiana. Con le nuove regole le imprese dovranno accelerare la transizione dei sistemi produttivi verso la sostenibilità a tutto campo e rendere i cittadini-consumatori risparmiatori, i lavoratori, i manager e gli imprenditori sempre più consapevoli delle conseguenze delle loro azioni. D’altra parte, per un’efficace attuazione della Direttiva è necessario affrontare e risolvere diverse problematiche su cui si sofferma il Policy Brief dell’ASviS, il quale contiene nove proposte rivolte alle istituzioni italiane”, ha dichiarato il Direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini

Buone pratiche per la rendicontazione di sostenibilità 

Come annunciato dal suo Direttore, l'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha stilato un Policy brief che contiene nove proposte e raccomandazioni sul tema della rendicontazione di sostenibilità che ASviS fa alle istituzioni italiane per rendere efficace l’introduzione delle nuove regole, minimizzando anche i costi per le imprese.

La prima raccomandazione riguarda l’accelerare l’adozione delle direttive europee sulla rendicontazione di sostenibilità, definendo tempi e modi di coinvolgimento nel processo decisionale degli stakeholder e della società civile.

Segue poi calibrare il sistema di revisione/assurance delle informazioni di sostenibilità, nonché i soggetti autorizzati a svolgere questa funzione. Potrebbe nascere, per esempio, un nuovo registro di revisori dedicato al quale potranno accedere i professionisti solo dopo aver conseguito una formazione apposita e con specifici esami. Inoltre è necessario rafforzare i processi di formazione a tutti i livelli delle figure aziendali e professionali coinvolte nella rendicontazione di sostenibilità attraverso incentivi e crediti d’imposta mirati, per permettere la frequenza di corsi qualificati.

Non bisogna poi dimenticare l’importanza del sostenere le imprese, in particolare le PMI, in questa fase di transizione informativa istituendo, ad esempio, crediti d’imposta calibrati sui costi relativi alla rendicontazione.

E’ poi fondamentale contribuire nel modo più qualificato possibile ai processi europei e internazionali di standardizzazione della rendicontazione di sostenibilità, auspicando una maggiore presenza, nelle sedi deputate, delle diverse organizzazioni e istituzioni italiane – e in particolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze – e una maggiore capacità di fare sistema.

Tra le altre raccomandazioni non mancano poi: favorire il flusso di dati Esg dalle imprese al sistema bancario e finanziario aumentando trasparenza e scambio attraverso strumenti come le data room condivise; agevolare la finanza a impatto tramite il miglioramento della qualità delle informazioni di sostenibilità, inserendo un riferimento a questo aspetto nel testo di recepimento della direttiva Csrd; potenziare la digitalizzazione dell’informazione nonché la qualità e la comparabilità dei ratings/scoring Esg a livello europeo e internazionale.

Infine, ma non certo per importanza, bisogna favorire una partecipazione più ampia e sistematica della società civile agli organismi preposti e al dibattito con riguardo all’informazione di sostenibilità, valutando punti di vista più articolati su tematiche decisive per lo sviluppo sostenibile che tengano in considerazione categorie di interessi non strettamente economico-finanziarie e rappresentative di altri stakeholder della società civile rilevanti per la sostenibilità.


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