Edilizia sostenibile a prova di futuro. Come Deerns Italia progetta edifici con un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente

Realizzare edifici funzionali ai propri obiettivi e conformi ai più alti standard di certificazione ambientale. Una missione più che un lavoro. Intervista a Giuseppe Dibari, Managing Director di Deerns Italia

Di Simona Politini

People - Pubblicato il 16-11-2023

Occuparsi di edilizia sostenibile non è più un’opzione. Secondo il 2022 Global Status Report for Buildings and Construction redatto dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, il settore degli edifici e delle costruzioni è di gran lunga il più grande emettitore di gas serra, rappresentando un incredibile 37% delle emissioni globali. La strada per il raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizazzione entro il 2050 appare dunque tutta in salita. 

Tuttavia, guardando all’Italia, vale la pena evidenziare un dato che ci sembra incoraggiante. Il nostro Paese è secondo in Europa per numero di edifici certificati LEED (Leadership in Energy and Environmental Design - il sistema di certificazione ambientale degli edifici più diffuso al mondo) e con maggiore crescita, oltre che nono, su più di 120 Paesi a livello globale. A dirlo è GBC Italia (parte del World Green Building Council, ossia la più grande organizzazione internazionale attiva per il mercato delle costruzioni sostenibili) all’interno del suo Impact Report 2023, lo studio che mira a indagare l’impatto dell’edilizia sostenibile certificata nel nostro Paese. Analizzando i più di 500 edifici certificati LEED oggi presenti in Italia, per una superficie complessiva di oltre 9 milioni di metri quadrati, GBC Italia, in partnership con The European house – Ambrosetti, ha proiettato i risultati di impatto ambientale da qui al 2030 concludendo che: se le certificazioni LEED continueranno a diffondersi ai ritmi attuali potranno essere risparmiati in Italia, ogni anno e per i prossimi sette anni, all’incirca 474mila tonnellate di CO₂ e 3.600 milioni di litri d’acqua, per l’equivalente di 189 milioni di euro di esternalità negative in meno. Mentre nel prossimo decennio si potrebbero risparmiare durante le fasi di costruzione e manutenzione degli edifici 928mila tonnellate di rifiuti, ovvero 125 milioni di euro.

Chi opera in prima linea nella progettazione e realizzazioni di edifici conformi alla certificazione LEED è Deerns Italia, anch’essa parte del Green Building Council Italia. Ed è proprio con Giuseppe Dibari, Managing Director dell’azienda, che abbiamo approfondito il tema dell’edilizia sostenibile. Con lui anche l’ingegnere Carlo Osnaghi, Technical Director, e Raffaella Fontana, HR Manager.

Deerns Italia, progettare la sostenibilità degli edifici

Giuseppe Dibari

Per chi non lo sapesse, Deerns, fondata nel 1928, è una multinazionale olandese di ingegneria specializzata nei servizi per la costruzione e il funzionamento efficiente e sostenibile degli edifici. Con oltre 600 professionisti, 17 uffici in 9 Paesi e diverse partnership locali strategiche, l’azienda vanta progetti in oltre 60 Paesi coprendo ben cinque settori distinti: real estate, health care, infrastrutture aeroportuali, data center, eletronics e life science, cioè la progettazione di quelle che si in gergo tecnico si definiscono “camere bianche”, in particolar modo dedicate alla produzione elettronica e alla produzione del mondo del farmaceutico. 

Aperta nel 1980, la sede italiana conta oggi oltre 2.000 progetti completati e più di 120 esperti distribuiti tra le due sedi di Milano, che è quella principale, e Roma, offrendo soluzioni avanzate e sostenibili per una vasta gamma di edifici e strutture. Entrato a far parte di Deerns Italia nel 2012 col ruolo di Head of Sustainability, dal 2019 Giuseppe Dibari guida l’azienda con il ruolo di Managing Director. Oggi Deerns Italia rappresenta il secondo ufficio del gruppo Deerns.

Ma cosa fa con precisione Deerns Italia? «Ciò di cui ci occupiamo principalmente è sviluppare la componente tecnologica di un progetto edilizio – ci spiega il manager –. Per cui, con le nostre attività durante la fase di concept design, supportiamo il design team prima ancora di sviluppare il progetto degli impianti. Aiutiamo gli architetti a ragionare ad esempio su quella che è la forma, su quello che è il rapporto tra superficie trasparente e superficie opaca per controllare in maniera opportuna i guadagni solari oppure suggeriamo, laddove opportuno, di schermare superfici trasparenti. Le nostre attività di consulenza e progettazione includono il progetto degli impianti tecnologici, l’ingegneria delle facciate, l'acustica, la fisica dell’edificio, la sostenibilità. Ci occupiamo anche del coordinamento della sicurezza durante la fase di costruzione».

Le certificazioni per l’edilizia sostenibile

Già più volte sono state qui citate le certificazioni per un’edilizia sostenibile. Avere un quadro chiaro su questo punto riteniamo possa essere utile a chi si avvicina all’argomento per la prima volta. Ci fa una panoramica l’ingegnere Carlo Osnaghi, Technical Director di Deerns Italia.

«I protocolli di certificazione sono utilizzati per qualificare gli immobili in ambiti definiti che possono essere ambientali, tecnici o relativi al benessere degli occupanti. Esistono diversi protocolli, alcuni più diffusi e riconosciuti dal mercato immobiliare, altri più limitati ad ambiti specifici.

Due fra le più diffuse certificazioni che considerano il consumo energetico dell’edificio ed il suo impatto sull’ambiente: la prima è la certificazione LEED - Leadership in Energy and Environmental Design, basata sul sistema statunitense di classificazione dell'efficienza energetica e dell'impronta ecologica degli edifici. Sviluppata dallo U.S. Green Building Council, fornisce un insieme di standard di misura per valutare le costruzioni sostenibili a livello ambientale. Poi c'è il protocollo di certificazione BREEAM, acronimo per Building Research Establishment Environmental Assessment Method, che è un metodo di valutazione dello sviluppo sostenibile di edifici adottato soprattutto per edifici commerciali. 

Ci sono poi anche il protocollo WELL, che certifica le condizioni di benessere di chi occupa un dato ambiente costruito e che nasce dalla volontà dell'International WELL Building Institute (IWBI) americano, la certificazione WiredScore, che riguarda la resilienza, sostenibilità e carattere innovativo della connettività digitale degli edifici e la facilità di integrazione con nuove tecnologie, e anche la certificazione SmartScore che valuta il livello di implementazione di soluzioni Smart. 

Nuovi protocolli vengono costantemente creati per approfondire temi specifici, ad esempio EarthCheck, certificazione destinata alle strutture turistiche. In generale possiamo affermare che le certificazioni sono una vera “patente” per gli edifici, che mantengono il loro valore nel tempo grazie a questi riconoscimenti».

I vantaggi della progettazione green sono abbastanza intuitivi: la riduzione del dispendio energetico dell’edificio, il miglior equilibrio termico, l’ottimizzazione dell’ambiente all’interno e all’esterno dell’immobile da tutti i punti di vista, ad esempio rispetto all’acustica, e la decarbonizzazione, solo per citarne alcuni. Così come i vantaggi  di possedere o occupare un edificio certificato in termini di immagine. «Adoperarsi affinché il proprio edificio abbia conseguito una certificazione di sostenibilità, significa sicuramente comunicare un impegno importante da parte di un’azienda che ha evidentemente la sostenibilità nel cuore dei propri processi aziendali», afferma Giuseppe Dibari.

Come realizzare un edificio NZEB

Si parla oggi di edifici NZEB. Gli edifici NZEB, acronimo di "Nearly Zero Energy Buildings", rappresentano una tappa fondamentale verso la sostenibilità nell'edilizia. L'obiettivo è ridurre drasticamente il consumo energetico degli edifici, sia nuovi che in ristrutturazione, avvicinandosi a un livello di consumo energetico quasi nullo. Questo approccio implica un'efficienza energetica estremamente elevata, cercando di limitare al minimo il dispendio energetico negli ambiti di riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ventilazione e produzione di acqua calda. Gli edifici NZEB mirano dunque a limitare l'uso di energia tradizionale, puntando invece sull'impiego di fonti rinnovabili per soddisfare il fabbisogno residuo, promuovendo così un significativo impatto positivo sull'ambiente e sulle risorse energetiche.

La progettazione di edifici NZEB ispira tutti i progetti della multinazionale Deerns, che sviluppa soluzioni intelligenti per gli impianti dell'edificio anche attraverso l'integrazione di tecnologie Smart. Abbiamo chiesto dunque a Giuseppe Dibari qual è il corretto approccio da seguire per progettare o ristrutturare un edificio in ottica NZEB.

«Realizzare un edificio NZEB, al di là di quelli che possono essere i dettagli e le specificità del calcolo, significa realizzare un edificio che abbia un consumo energetico estremamente basso, questo grazie all’utilizzo delle risorse energetiche rinnovabili che consentono di avvicinarsi tendenzialmente ad un consumo energetico nullo per tutte le funzioni all'interno dell'edificio. Il nostro approccio, dunque, consiste in tre step nei quali teniamo conto dei diversi aspetti.

Si parte dallo studio del sito finalizzato ad acquisire una conoscenza approfondita delle sue potenzialità in termini di risorse energetiche rinnovabili. Il limite espresso dal sito in termini di potenzialità rinnovabile, evidentemente, è un primo indicatore di cui teniamo conto all'interno della nostra attività di progettazione.

Il secondo step che è quello della progettazione architettonica realizzata a quattro mani con gli architetti, cercando di supportare il progetto affinchè l’edificio possa generare un fabbisogno energetico ridotto. 

L’ultimo step riguarda l’integrazione tecnologica, quindi l’identificazione e la scelta della soluzione tecnologica più appropriata. Va da sé, per esempio, che il progetto dell'impianto di climatizzazione di un edificio museale sarà evidentemente diverso dal progetto dell'impianto di climatizzazione di un edificio per uffici o di un data center».

Quando transizione digitale e transizione ecologica si incontrano

Parliamo di Smart Building. Deerns Italia ha firmato il sistema di cablaggio per la connettività digitale di Monte Rosa 91 (in copertina. Photo Credits BAMS), l’edificio progettato da Renzo Piano ex Headquarter Il Sole 24 Ore e ora sede di uffici e diversi servizi: un ristorante, una palestra, un asilo nido e uno spazio di co-working, e anche un Auditorium per ospitare eventi. Il complesso è il primo edificio Italiano riqualificato ad aver conseguito la certificazione internazionale WiredScored Platinum per la qualità, la resilienza e l’innovazione della connettività dell’infrastruttura digitale.

Ma quanto la tecnologia digitale può contribuire a realizzare un edificio a basso impatto ambientale? 

«Partiamo dal presupposto che la tecnologia deve aiutare l'utilizzatore all'uso più corretto di quello che è lo spazio, perché se realizzo un edificio architettonicamente bellissimo ma invivibile, oppure un edificio tecnologicamente complesso da utilizzare, ho ragionevolmente fallito. L'obiettivo generale è di realizzare un oggetto che sia evidentemente utilizzato dalla comunità e che nel suo utilizzo abbia, e questo rientra la nostra capacità di tecnici, il più basso consumo energetico. Quindi ritengo che la tecnologia debba essere interpretata in primis come una risorsa in grado di facilitare e di massimizzare l'utilizzo dell’edificio – che a sua volta deve essere interpretato come una risorsa all'interno della quale sviluppare la propria attività produttiva, di ufficio, di cura o altro, piuttosto che all'interno del quale abitare – e in seconda battuta, ma certamente non meno importante, la tecnologia è uno strumento per raggiungere la sostenibilità dell’edificio», afferma Giuseppe Dibari.

Come Deerns Italia declina la sostenibilità sociale in azienda 

In Deerns Italia il tema della sostenibilità non riguarda solo la progettazione, ma è parte integrante della cultura aziendale, declinando il proprio aspetto sociale internamente all’organizzazione stessa. Di come Deerns Italia declini la sostenibilità sociale in azienda ne abbiamo parlato con la HR Manager Raffaella Fontana.

«La nostra azienda ha particolarmente a cuore il benessere delle sue persone, che sono al centro dei suoi processi, ma soprattutto, della sua policy per il Welfare organizzativo

Inoltre, abbiamo introdotto un piano per lo Smart Working che garantisce la massima flessibilità ai nostri dipendenti, che possono lavorare da remoto per due giorni a settimana per conciliare al meglio l’equilibrio casa-lavoro.

Rientra in questo contesto anche il nuovo concept degli spazi lavorativi che caratterizzerà il nuovo Headquarter di Deerns Italia, all’interno del Campus Monte Rosa 91, che verrà inaugurato il 22 novembre. Un ambiente aperto e modulare, progettato per garantire la massima flessibilità nell’utilizzo delle postazioni di lavoro e degli spazi comuni, in grado di conciliare le esigenze della sfera strettamente professionale con quelle per il wellbeing individuale, a partire dalla palestra fino alla nursery per le mamme, solo per citarne alcune», ci racconta la HR Manager.

La formazione permanente per mantenere alto il livello di employability dei lavoratori e delle lavoratrici è un altro dei temi fondamentali nelle strategie di sostenibilità orientate alle persone in Deerns Italia. Il “Passaporto formativo”, strumento messo a punto dall’azienda per percorsi professionalizzanti individuali. Un training internazionale a livello di Gruppo per i professionisti under 35 con l’obiettivo di insegnare loro a pensare “Out of the Box”. Sono solo due dei progetti messi in campo. 

Così come la valorizzazione delle diversity. «La valorizzazione delle diversity – dice Raffaella Fontana – è da sempre uno dei nostri obiettivi più sfidanti. Abbiamo un Team internazionale, nel quale la cultura e la mentalità dei nostri professionisti di diversi continenti vengono esaltate e condivise nel segno dell’integrazione. Ma non solo: in Deerns la percentuale di donne presenti in azienda è maggiore rispetto a quella rilevata in media in aziende del nostro settore e le nostre professioniste vengono tutelate e valorizzate grazie ad una policy che garantisce flessibilità di orari e agevolazioni». 

Last but not least, l’adesione ad un progetto davvero dirompente che riguarda contemporaneamente l’interno dell’organizzazione e la società esterna ad essa. Nato dalla collaborazione con Lendlease, si chiama Programma 2121 ed è finalizzato a valorizzare l'inclusione sociale attraverso inserimenti lavorativi di persone che si trovano in condizione di restrizione della libertà personale nel sistema penitenziario lombardo. Raffaella Fontana ci racconta l’esperienza di Deerns Italia: «Il Programma 2121 è espressione del nostro valore di integrity intesa come capacità di valutazione dell’errore in modo costruttivo e in un’ottica di resilienza, basata anche sulla forza del gruppo. Emblematico il buon esito in azienda di Lucio, detenuto del Carcere di Bollate, che dal 2021 ha intrapreso con successo il suo percorso in azienda e oggi è una apprezzata risorsa del Team Legal di Deerns Italia. Non escludiamo di replicare questa esperienza».


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