Reporting di sostenibilità: gli investitori chiedono maggiore chiarezza

Secondo il Global Investor Survey 2023 di PwC, il 94% degli investitori pensa che i report di sostenibilità contengano affermazioni non supportate

Di Arianna De Felice

Ricerche e Pubblicazioni - Pubblicato il 26-03-2024

La scarsa trasparenza da parte di molte aziende nell'attività di reporting di sostenibilità mette in fuga gli investitori dai fondi ESG.

Secondo la ricerca Global Investor Survey 2023 di PwC, realizzata interrogando circa 345 investitori e analisti di tutto il mondo insieme a 15 interviste approfondite a professionisti degli investimenti, più di nove investitori su dieci (94%) ritengono che il report aziendale sulla performance di sostenibilità contenga affermazioni non supportate. Un dato in netto aumento rispetto all’87% del 2022.

“Stiamo passando da un periodo di sensibilizzazione sull’importanza del cambiamento climatico e tecnologico a un momento in cui gli investitori si pongono sempre più domande specifiche e difficili su come le aziende affrontano tali questioni nella loro strategia, su come valutano rischi e opportunità e su cosa è veramente materiale per loro. In questo contesto, il reporting aziendale deve continuare ad evolversi in modo da fornire informazioni affidabili, coerenti e comparabili su cui gli investitori – e le altre parti interessate – possono fare affidamento”, ha dichiarato James Chalmers, responsabile della garanzia globale di PwC UK.

L'importanza del reporting di sostenibilità

In un mondo in cui la preoccupazione per il cambiamento climatico è aumentata dal 22% al 32%, mettendo il clima alla pari con i rischi informatici, documenti come il Report di Sostenibilità diventano fondamentali per attrarre gli investimenti. Per riuscire a farlo, però, i dati devono essere affidabili visto che la preoccupazione del greenwashing è sempre dietro l'angolo.

Proprio questa percezione spiega perché gli investitori si rivolgono alle autorità di regolamentazione per cercare chiarezza e coerenza nella rendicontazione delle aziende. Il 57% degli investitori ha affermato, infatti, che se le aziende rispetteranno le normative e gli standard imminenti (inclusi CSRD, le norme sulla divulgazione climatica proposte dalla SEC negli Stati Uniti e gli standard ISSB), soddisferanno le loro esigenze di informazione per il processo decisionale. C'è poi un 85% che sostiene che una ragionevole garanzia (simile alla revisione dei rendiconti finanziari) darebbe loro fiducia nell'attività di reporting di sostenibilità in misura “moderata”, “ampia” o “molto ampia”.

Gli investitori cercano anche informazioni sul rispetto dei costi reali sostenuti dalle imprese per uniformarsi agli impegni ESG, con il 76% che ritiene queste informazioni importanti o molto importanti, e sull’impatto di un’azienda sulla società o sull’ambiente e, di questi, il 75% concorda sul fatto che le aziende dovrebbero rivelare il valore monetario del loro impatto sull’ambiente o sulla società, rispetto al 66% nel 2022.

Infine è emersa anche l’importanza della tecnologia, e in particolare dell’AI, nonostante i rischi. Gli investitori, infatti, hanno identificato il cambiamento tecnologico (59%) come il fattore che più probabilmente influenzerà il modo in cui le aziende creeranno valore nei prossimi tre anni. Ne consegue che  l’innovazione e le tecnologie emergenti (tra cui l’intelligenza artificiale, il metaverso e la blockchain) sono tra le cinque principali priorità nella valutazione delle aziende. 

Stiamo assistendo a passi significativi verso una rendicontazione più coerente da parte delle aziende sul cambiamento climatico, tuttavia è necessario un miglioramento. Nel frattempo, gli investitori chiedono un maggiore impegno sul modo in cui le aziende gestiscono le opportunità e i rischi delle nuove tecnologie, in particolare dell’intelligenza artificiale generativa, poiché le nuove tecnologie guidano sempre più la trasformazione e gli investimenti aziendali”, ha detto Nadja Picard, Global Reporting Leader di PwC Germania.


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